La rassegna di Erbamil porta sul palco una storia... che parla di cibo!
Una narrazione teatrale che parla di cibo, la passata di pomodoro, mentre se ne prepara un altro, la pasta fresca. Un racconto in cui il cibo è protagonista di ritualità che rischiano di scomparire, di tradizioni che rappresentano l’identità di intere comunità, la loro cultura e le loro peculiarità. Di cibi che sono la nostra storia, le nostre radici, la nostra memoria.
Fare le bottiglie, ossia preparare la passata di pomodoro, era un rito collettivo che segnava un appuntamento importante nel calendario dei paesi lucani, stabilendo ruoli precisi all’interno dei gruppi e rinsaldando i legami tra le persone. Il tutto concepito secondo usanze che rispettavano l’ambiente e che vietavano lo spreco. Obiettivi, questi, che all’epoca erano perseguiti inconsapevolmente e che invece oggi ci appaiono come gli unici possibili. La lingua del racconto è una lingua contaminata: il dialetto e l’italiano si mescolano costantemente perché se l’italiano dà vita al ricordo, di certo il dialetto dà più corpo alle immagini e alla loro sostanza.